Il cibo ne “I Promessi
Sposi” è un elemento ricorrente e viene utilizzato da Manzoni con molteplici
funzioni lungo tutta l’opera. L’autore ad esempio si serve di vari generi
alimentari, dalla polenta alle carni più raffinate, per connotare lo status
sociale di un personaggio e per marcare la differenza tra i ricchi e i poveri,
oppure attribuisce ad una pietanza in particolare un valore simbolico, basti
pensare al pane del perdono di Fra Cristoforo. Nei due brani che verranno letti
però emergerà un altro aspetto del cibo: la sua mancanza, la carestia che
diventa fame del popolo. Manzoni prima compie una digressione storica sulle
cause della carestia del 1628, poi passa a descriverne gli effetti sugli uomini
che per la fame perdono il controllo razionale di sé e da personediventano
“marmaglia”, una massa pericolosa ed imprevedibile animata dagli istinti e
dalle passioni.
“Era quello il second'anno di raccolta scarsa. Nell'antecedente, le
provvisioni rimaste degli anni addietro avevan supplito, fino a un certo segno,
al difetto; e la popolazione era giunta, non satolla né affamata, ma, certo,
affatto sprovveduta, alla messe del 1628, nel quale siamo con la nostra storia.
Ora, questa messe tanto desiderata riuscì ancor più misera della precedente, in
parte per maggior contrarietà delle stagioni (e questo non solo nel milanese,
ma in un buon tratto di paese circonvicino); in parte per colpa degli uomini.
Il guasto e lo sperperìo della guerra, di quella bella guerra di cui abbiam fatto
menzione di sopra, era tale, che, nella parte dello stato più vicina ad essa,
molti poderi più dell'ordinario rimanevano incolti e abbandonati da' contadini,
i quali, in vece di procacciar col lavoro pane per sé e per gli altri, eran
costretti d'andare ad accattarlo per carità “.
“I
deputati si radunarono, o come qui si diceva spagnolescamente nel gergo
segretariesco d'allora, si giuntarono; e dopo mille riverenze, complimenti,
preamboli, sospiri, sospensioni, proposizioni in aria, tergiversazioni, strascinati
tutti verso una deliberazione da una necessità sentita da tutti, sapendo bene
che giocavano una gran carta, ma convinti che non c'era da far altro,
conclusero di rincarare il pane. I fornai respirarono; ma il popolo imbestialì.
Uscivano,
sul far del giorno, dalle botteghe de' fornai i garzoni che, con una gerla
carica di pane, andavano a portarne alle solite case. Il primo comparire d'uno
di que' malcapitati ragazzi dov'era un crocchio di gente, fu come il cadere
d'un salterello acceso in una polveriera. - Ecco se c'è il pane! - gridarono
cento voci insieme. - Sì, per i tiranni, che notano nell'abbondanza, e voglion
far morir noi di fame, - dice uno; s'accosta al ragazzetto, avventa la mano
all'orlo della gerla, dà una stratta, e dice: - lascia vedere -. Il ragazzetto
diventa rosso, pallido, trema, vorrebbe dire: lasciatemi andare; ma la parola
gli muore in bocca; allenta le braccia, e cerca di liberarle in fretta dalle
cigne. - Giù quella gerla, - si grida intanto. Molte mani l'afferrano a un
tempo: è in terra; si butta per aria il canovaccio che la copre: una tepida
fragranza si diffonde all'intorno. - Siam cristiani anche noi: dobbiamo mangiar
pane anche noi, - dice il primo; prende un pan tondo, l'alza, facendolo vedere
alla folla, l'addenta: mani alla gerla, pani per aria; in men che non si dice,
fu sparecchiato. Coloro a cui non era toccato nulla, irritati alla vista del
guadagno altrui, e animati dalla facilità dell'impresa, si mossero a branchi,
in cerca d'altre gerle: quante incontrate, tante svaligiate. E non c'era neppur
bisogno di dar l'assalto ai portatori: quelli che, per loro disgrazia, si
trovavano in giro, vista la mala parata, posavano volontariamente il carico, e
via a gambe. Con tutto ciò, coloro che rimanevano a denti secchi, erano senza
paragone i più; anche i conquistatori non eran soddisfatti di prede così
piccole, e, mescolati poi con gli uni e con gli altri, c'eran coloro che avevan
fatto disegno sopra un disordine più co' fiocchi. - Al forno ! al forno! - si
grida ”.
Il testo di “The Fields of Athenry” di Pete St. John , composto negli anni Settanta, è riferito
ai fatti della grande carestia irlandese (Great Famery), risalente agli anni
tra il 1845 e il 1852.
Le cause di tale carestia
risiedono in una epidemia che colpì le patate, base dell’alimentazione, e nella
politica economica inglese, che vedeva l’Irlanda come una colonia da sfruttare.
Secondo gli irlandesi, ci sarebbero addirittura gli estremi per parlare di
genocidio da parte dell’Inghilterra, che non fece niente per risolvere la
situazione.
Michael, il protagonista della canzone, è costretto a rubare per
sfamare i propri figli: mosso dalle condizioni estreme in cui si trova la sua
famiglia, deve agire contro la legge, comprometttendo la propria
esistenza. Le autorità inglesi si riveleranno poi inflessibili nel condannarlo
alla deportazione.
Allargando l’orizzonte dall’Irlanda a tutto il mondo, anche oggi molte zone sono colpite da
carestie o segnate da problemi relativi al nutrimento, dovuti a mancanza di
risorse. Nel limite del possibile, sia le autorità
locali sia i paesi stranieri dovrebbero contribuire per risolvere le situazioni più gravi.
The Fields of
Athenry
Pete St.John
By a lonely prison wall
I heard a young girl calling
Michael they are taking you away
For you stole Trevelyn's corn
So the young might see the morn.
Now a prison ship lies waiting in the bay.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
By a lonely prison wall
I heard a young man calling
Nothing matters Mary when you're free,
Against the Famine and the Crown
I rebelled they ran me down
Now you must raise our child with dignity.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
By a lonely harbor wall
She watched the last star falling
As that prison ship sailed out against the sky
Sure she'll wait and hope and pray
For her love in Botany Bay
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
I heard a young girl calling
Michael they are taking you away
For you stole Trevelyn's corn
So the young might see the morn.
Now a prison ship lies waiting in the bay.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
By a lonely prison wall
I heard a young man calling
Nothing matters Mary when you're free,
Against the Famine and the Crown
I rebelled they ran me down
Now you must raise our child with dignity.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
By a lonely harbor wall
She watched the last star falling
As that prison ship sailed out against the sky
Sure she'll wait and hope and pray
For her love in Botany Bay
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
Low lie the Fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly.
Our love was on the wing we had dreams and songs to sing
It's so lonely 'round the Fields of Athenry.
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