Il “Manifesto della cucina futurista” di Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo italiano, è stato pubblicato il 20 gennaio 1931. Questo movimento si sviluppa in Italia nel XX secolo in ambito artistico, culturale, letterario e persino nella gastronomia, dove il dinamismo, la ricerca di “un nuovo giudicato da tutti pazzesco” sono gli ingredienti necessari. Lo scopo della cucina futurista è oltrepassare la tradizione e l’esempio passato, per proiettarci in un “nuovo” giudicato da tutti pazzesco, interessato non solo alla riduzione del costo della vita, ma anche alla scoperta di una dieta più equilibrata. Infatti, come viene sottolineato da Marinetti, “si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia”. In questo brano, il piatto preso in discussione è la pasta, sconsigliata rispetto a piatti nutrizionalmente migliori.
Invito alla chimica
Invitiamo la chimica al dovere di dare presto al corpo le calorie necessarie mediante equivalenti nutritivi gratuiti di Stato, in polvere o pillole, composti albuminoidei, grassi sintetici e vitamine. Si giungerà così ad un reale ribasso del prezzo della vita e dei salari con relativa riduzione delle ore di lavoro.
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